Vestibolite Vulvare e Vulvodinia: queste (mi)sconosciute…

vulvodiniaVestibolite Vulvare e Vulvodinia: queste (mi)sconosciute…

Per riuscire a capire bene queste patologie è necessario avere un’idea chiara dell’anatomia genitale femminile.
Distinguiamo innanzitutto la vulva dalla vagina.

  • La vagina è l’organo che collega l’apparato genitale esterno con l’utero e parte dall’imene per arrivare all’utero; è quindi un organo completamente interno al nostro corpo.
  • La vulva è la parte genitale esterna, che comprende grandi e piccole labbra, clitoride, orifizio uretrale, imene.
  • Il vestibolo è il rivestimento della zona vulvare compresa tra le piccole labbra, cioè tutto quel tessuto rossastro e più delicato racchiuso dalle grandi labbra e che resta al di fuori della vagina.

Che cos’è e come si presenta la Vestibolite Vulvare (VV)?

Il termine Vestibolite Vulvare indica l’infiammazione del vestibolo con conseguente dolore.

La vestibolite vulvare (VV) è caratterizzata da 3 sintomi principali:

  • dispareunia (dolore ai rapporti sessuali) soprattutto all’inizio della penetrazione
  • tender points: punti circoscritti di dolore nel punto in cui si effettua la pressione
  • eritema vestibolare/vaginale (rossore con sensazione di “taglietti”)

Altri sintomi possono essere: dolore al tatto, prurito, secchezza, bruciore, gonfiore, fastidio nell’indossare vestiti attillati o sintetici, urgenza minzionale, dolore uretrale, scarsa eccitazione, dolore alla visita ginecologica, fastidio all’inserimento di assorbenti interni. La donna affetta da VV sente dolore/bruciore/fastidio vulvare quando indossa pantaloni attillati, perizoma, indumenti sintetici, quando va in bicicletta, quando usa detergenti intimi, quando utilizza creme antimicotiche o antibiotiche, quando accavalla le gambe, quando sta seduta per molto tempo. L’urina acida o ricca di ossalati irrita l’uretra e la parte di vulva che questo liquido bagna.

La sintomatologia tende ad aumentare nel periodo premestruale e a diminuire durante la notte.

Quali sono le possibili cause della Vestibolite Vulvare?

Le cause di VV possono essere:

  • infettive (candida, e. coli, herpes virus, clamidia, ureaplasma, hpv, gardnerella)
  • meccaniche (da dispareunia, per esempio)
  • chirurgiche (laser, diatermocoagulazione, episiotomie, cicatrici da chirurgica vulvo-vaginale, radioterapia)
  • chimiche (detergenti irritanti, urine infette piene di tossine batteriche, creme e pomate locali, cibi contenenti sostanze irritanti, incontinenza ed enuresi che causano un continuo contatto del vestibolo con l’urina)
  • ormonali (calo di estrogeni premestruale o menopausale)
  • neurogeni (stress, alterazioni neurologiche)
  • muscolari (ipertono del muscolo pubo-coccigeo da cistiti, vaginiti o patologie dolorose anali)
  • traumatiche (cadute, urti violenti).

Ma fondamentalmente la causa primaria è una risposta esagerata agli stimoli infiammatori su base genetica.

Che cos’è la Vulvodinia?

La cronicizzazione della sintomatologia trasforma la Vestibolite Vulvare in Vulvodinia, ovvero in dolore vulvare senza necessaria presenza di infiammazione.
Nella vulvodinia il dolore è presente nonostante l’assenza di infiammazione o di alterazioni evidenti. Ciò avviene perchè le infiammazioni continue portano allo sviluppo di nuove terminazioni nervose responsabili del dolore, a nuove connessioni nervose responsabili dell’aumento della percezione dolorifica, ad una contrattura del pavimento pelvico che rende i tessuti pelvici più sofferenti ed il nervo pudendo sempre più infiammato (è il nervo che gestisce gli stimoli degli organi pelvici), alla depressione, che abbassa la soglia del dolore.
Per tutti questi motivi il dolore diventa indipendente dalle cause scatenanti (infettive, infiammatorie o meccaniche). Si trasforma in dolore cronico neuropatico, cioè in dolore che ha origine non nell’organo dolorante, ma nelle vie nervose che lo innervano. In poche parole: la vulva sta bene e sembra perfetta, ma ciò che è malato è il sistema nervoso che trasporta le informazioni del dolore.

La Vulvodinia è molto invalidante e rende difficile la vita quotidiana.

Come viene diagnosticata la Vulvodinia?

I medici che conoscono la vulvodinia sono pochi. Per questo motivo la donna con Vulvodinia in media impiega 4 anni e 8 mesi (!!) per arrivare alla diagnosi corretta. 4 anni di dolore, di visite invasive della propria intimità ed inconcludenti, 4 anni di mistero sulle cause del dolore, di terrore del rapporto sessuale con conseguente distacco dal partner, di incomprensione da parte dei medici e di senso di abbandono.

La diagnosi  viene effettuata principalmente escludendo che la sintomatologia possa dipendere da cause infettive,anatomiche, ecc . Escluso ciò si effettua lo swab test: con una specie di cotton fiock viene toccata la vulva in vari punti per vedere se il semplice tocco leggero viene percepito come doloroso. Se non ci sono cause apparenti, il dolore dura da più di 3 mesi e lo swab test è positivo, viene posta diagnosi di vulvodinia o vestibolite in base al tipo di dolore riferito.

Terapia e consigli comportamentali per alleviare i sintomi

La guarigione è più che possibile, ma è molto lenta. La terapia appropriata dovrebbe essere impostata coinvolgendo più figure professionali: ginecologo, urologo, neurologo, fisioterapista, dietologo, sessuologo…

I consigli per alleviare il dolore sono quelli di utilizzare biancheria di cotone bianco evitando i perizoma, evitare indumenti attillati che aumentano la pressione e l’attrito sulla vulva, utilizzare solo acqua per il bidet e se proprio necessario un detergente molto delicato, evitare il contatto vulvare con shampoo e bagnoschiuma, non trattenere feci ed urine, usare assorbenti in cotone evitando assorbenti interni e salvaslip, effettuare un bidet freddo dopo i rapporti sessuali, evitare sport come bicicletta, spinning, cyclette.

Tratto da: Cistite.info
Per maggiori informazioni: Vulvodinia.info

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