Toxoplasmosi e Gatti: un Mito da sfatare

Ogni volta che il gatto viene associato a una donna incinta, ecco che questa parola viene in mente a tutti: Toxoplasmosi.

Ciò comporta spesso un ingiustificato allontanamento dell’ animale, a volte favorito dalla superficialità di alcuni ginecologi che si affrettano a dire semplicemente di non avere contatti con gatti.

Ma è davvero così rischioso per una donna incinta vivere con un gatto?

Toxoplasmosi: che cos’è?
  
La Toxoplasmosi è una malattia infettiva sostenuta da un coccidio, il “Toxoplasma gondii“, parassita intracellulare che infetta tutte le specie a sangue caldo, compreso l ‘uomo.

La patologia può presentarsi in forma latente, cioè senza determinare sintomi, oppure in forma conclamata.

La maggior parte delle specie animali sono ospiti intermedi del parassita, tranne il gatto e i felidi che sono ospiti definitivi e liberano nell ‘ambiente, attraverso le feci, le oocisti.

Queste oocisti, appena eliminate, non sono infettanti, ma lo diventano solamente dopo circa 5 giorni, in seguito a esposizone all’ossigeno.

Le principali vie di trasmissione del parassita sono:
-passaggio di parassiti attraverso la placenta, da madre a feto
-ingestione di tessuti infetti
-ingestione di oocisti presenti nell ‘ambiente esterno. Oocisti che possono sopravvivere, in condizioni favorevoli, per anni.

Contatto con i gatti

Essendo il gatto l’ unico animale domestico ospite definitivo del parassita, è l’ unico che elimina le oocisti con le feci, è vero che potrebbe essere fonte di contagio, ma ciò è, in realtà, un’ evenienza abbastanza difficile.

Non tutti i gatti sono portatori del parassita, anzi, la maggior parte dei felini non sono mai venuti a contatto con la malattia e quindi sono assolutamente sani.
Affinchè il contagio avvenga, il gatto deve essere malato, e c’è bisogno che si crei uno stretto contatto fra feci del gatto e la donna.
Il contagio non è quindi così scontato come si crede, anzi, è molto improbabile.

Se il gatto di casa è sano, e per saperlo bastano semplici analisi del sangue, se non esce, ha un’ alimentazione regolare, non può assolutamente espellere il parassita per cui non c’è bisogno di cambiare le proprie abitudini riguardanti la cura e il rapporto col proprio micio.

Nel caso in cui il gatto non sia testato o abbia la possibilità di uscire, o nel caso di un gatto randagio, di dubbia provenienza, per la donna incinta, che non possiede anticorpi antitoxoplasmi, è buona norma attuare severe norme di igiene.
 

Prevenire la Toxoplasmosi

Evitare di pulire le lettiere di gatti che hanno possibilità di uscire, ma lasciar fare questa operazione a terzi. Se proprio è indispensabile, usare guanti e lavarsi accuratamente le mani.

E’ importante cambiare la lettiera ogni due, tre giorni al massimo, perchè, come già detto, le oocisti diventano infettanti dopo cinque giorni; quindi, appena eliminate non sono pericolose.

Molto importante, per prevenire che il gatto si infetti, è attuare alcuni semplici accorgimenti: non somministrargli carni poco cotte o crude, impedirgli di uscire, lavare sempre accuratamente le sue ciotole e lettiere.
 
Attenzione all’alimentazione

Le principali cause di infezione toxoplasmica sono dovute principalmente all’ ingestione di prodotti di origine animale non controllati e contenenti parassiti, per lo più carni non cotte a dovere.

Temperature di circa 60-70 gradi, distruggono il parassita.

Nel caso di carne cruda, il congelamento riduce notevolmente il rischio di trasmissione.

Recenti studi hanno dimostrato che l ‘incidenza di toxoplasmi nei tessuti di animali macellati, è molto alta: carne bovina 35%, ovina 25%, suina 20%.

Importante è anche il contagio dovuto all’ alimentazione con frutta e verdure crude lavate in modo approssimativo o ancora tramite il contatto con terreno infetto (giardinaggio).
Fondamentale per la donna incinta è, quindi evitare il giardinaggio, o munirsi di guanti appositi.

Fonte: Pianeta Mamma

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