Pubertà sempre più precoce

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Cincinnati Children Hospital e pubblicato sul Pediatrics Journal, ormai un elevato numero di bambine americane raggiunge la pubertà prima dei sette anni.
I ricercatori hanno esaminato 1.200 bambine tra i sei e gli otto anni, residenti a Cincinnati, San Francisco e l’East Harlem (N.Y.), per due volte tra il 2004 e il 2006. Ogni visita è stata condotta da una pediatra diversa che valutava lo sviluppo del tessuto mammario.
Dallo studio è emerso che il 10,4% delle bambine di razza bianca, il 15% di quelle di razza Ispanica e il 23.4% di razza nera aveva sviluppato del tessuto mammario all’età di sette anni. Comparativamente, in uno studio effettuato 10 anni prima era emerso che solo il 5% delle bianche e il 15,4 delle nere avevano sviluppato il tessuto mammario a quell’età. Lo studio non aveva incluso le ispaniche.
Il nuovo studio ha scoperto, inoltre, che il 18% delle bambine bianche, il 31% delle ispaniche e il 43% delle nere, hanno sviluppato il seno all’età di otto anni. Secondo lo studio precedente, a quell’età, le bianche erano il 10.5% e le nere il 36.6.
Una pubertà precoce può esporre le bambine a problemi sia fisici che sociali. E’ stata associata a un rischio più elevato di cancro al seno ed, emotivamente, espone le bambine ancora immature a livello emozionale, a possibili avances da uomini o ragazzi più grandi.
I ricercatori sono del parere che le cause maggiori di una pubertà precoce siano da ricercare nell’aumento dei tassi di obesità e nell’aumentata esposizione a distruttori ormonali. Nel libro Growing up Green, Deirdre Imus cita un articolo del New York Times che dichiara: “la preoccupazione di alcuni medici è che la pubertà precoce sia dovuta ad un aumentato uso di alcuni farmaci, a contaminanti cosmetici e ambientali – chiamati ‘distruttori endocrini’ – che possono causare l’aumento del seno, dei peli pubici e ulteriori segni puberali”.
L’attuale studio ha scoperto che una pubertà precoce è correlata a un più elevato indice di massa corporea (BMI). I ricercatori stanno conducendo dei test sulle urine per rilevare gli effetti di tossine chimiche.
Fonti:

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