Prevenire i Denti “Storti” nel Bambino – Intervista alla Dott.ssa Claudia Sormani

dentosofiaCome capire quando e se l’uso del ciuccio o un allattamento molto prolungato potrebbe diventare possibile causa di alterata crescita dei denti
Molte mamme si ritrovano a farsi domande sulle possibili conseguenze dell’utilizzo del ciuccio, anche a livello odontoiatrico. Abbiamo, quindi, deciso di chiedere un parere alla Dott.ssa Claudia Sormani, odontoiatra olistica.

Innanzitutto, vogliamo spiegare di cosa si occupa l’odontoiatria olistica. Qual è la differenza tra un odontoiatra tradizionale e uno olistico? Che cos’è la Dentosofia?

L’odontoiatra tradizionale é un odontoiatra che, con la sua formazione universitaria, per quanto riguarda il paziente, fa riferimento esclusivamente al cavo orale inteso come arcata superiore, arcata inferiore, denti, annessi dentali e mucose intra-orali (lingua compresa) tralasciando o ponendo poca attenzione a quello che c’è tutt’intorno.
L’odontoiatra olistico considera la bocca all’interno di un corpo, di un essere umano, un essere che è tri-articolato: corpo, anima e spirito.
L’approccio è, quindi, molto più completo, esteso e complesso. La Dentosofia (saggezza dei denti) si riferisce alle scoperte di Michel Montaud e Matthieu Rodriguez che attraverso l’uso dell’attivatore di Andrè Besombes e Renè Soulet scoprirono il linguaggio simbolico dei denti.

Già le riflessoterapie si basano sul trattamento di alcuni distretti del corpo in cui si trovano rappresentati gli organi di tutto il corpo come sulla lingua, sul viso, sulla schiena, sulla volta cranica, sui piedi… allo stesso modo un linguaggio simbolico si può ritrovare all’interno della bocca dove ogni dente, oltre ad avere un significato strutturale-funzionale, ha anche un significato emotivo-spirituale.

Quali possono essere le conseguenze dell’utilizzo del ciuccio, ad esempio sulla conformazione mandibolare e/o sullo sviluppo della dentizione?

Sia l’allattamento prolungato e continuativo che la suzione prolungata e continuativa possono risultare discutibili. Non esiste una verità assoluta ma è necessario tener conto che ci sono dei tempi e dei modi che sono altamente soggettivi, per distinguere quello che può essere patologico da quello che potrebbe essere fisiologico. Per cui non vogliamo demonizzare né l’allattamento prolungato né la suzione prolungata perché andrebbero fatte delle considerazioni, come si fa nella medicina olistica, caso per caso.

Tralasciamo dunque la sfera emotivo-psicologica, facciamo una considerazione strettamente odontoiatrica: un bambino che ciuccia, oltre i due anni, potrebbe essere predisposto a malocclusione (malposizionamento dell’arcata superiore e inferiore), a causa del malposizionamento della lingua causato dall’atto del succhiare. Ma non è detto che assolutamente la suzione prolungata del seno o del ciuccio siano la sola causa della malocclusione. La malocclusione è sempre legata a diversi fattori non solo a un’abitudine viziata anche se l’incidenza è elevata.

Per quanto riguarda l’allattamento protratto, io, nella mia esperienza personale, ho visto anche casi di carie legata all’eccessivo uso del seno, quando non più utilizzato come aspetto nutrizionale (oltre l’anno di età) perché anche in quel caso la lingua non si ritrova più nella sua posizione naturale.

Comunque sia, il succhiamento protratto rende più possibili dei danni.

Inoltre se siamo in una situazione fisiologica e, parlando da dentosofa, in equilibrio con il sé profondo, (ovviamente l’equilibrio del bambino riflette quello dei genitori) la suzione prolungata non risulta necessaria.
Dai casi che vedo quotidianamente in studio posso affermare che i bambini che vivono in un’armonia e una relazione affettiva corretta ed equilibrata con i genitori (ma soprattutto con la madre) non sussiste nessuna necessità di continuare con una suzione, né al seno né col ciuccio. Dove ci sono, invece, degli equilibri non ben coordinati (che a volte rispecchiano disarmonie della coppia stessa) si ha il bambino che ciuccia a oltranza. Infatti Nei casi in cui il bambino viva in una famiglia dove si rispettino le necessità di autonomia di ognuno dei componenti l’allattamento, o l’uso del ciuccio vengono interrotti in maniera spontanea solitamente nel periodo successivo allo svezzamento o quanto meno prima di entrare nel sociale (scuola materna) a circa 2/3 anni.

Come può una mamma accorgersi che il bambino è sulla strada della malocclusione?

Perché a un certo punto si innesca la respirazione orale. L’atto del succhiare induce un malposizionamento della lingua verso il basso che favorisce l’ostruzione delle via aeree, soprattutto superiori, creando inevitabilmente la necessità di respirazione orale.Questo determina un inefficiente stimolo delle vie aeree superiore favorendo l’alterazione della crescita del palato
In più il ciuccio, o il biberon possono causare facilmente un’ipertrofia delle tonsille e quindi un ristagno linfatico della zona craniale che favorisce le otiti.

Qualunque cosa venga messa in bocca per un tempo prolungato, può alterare le funzioni cui presiede la bocca: ‘disturbando’ i processi naturali della respirazione, della deglutizione, della fonazione, del funzionamento muscolare, favorendo processi di sviluppo disarmonici di tutto il distretto craniale. Ma questo può accadere anche per cause prenatali o natali, come dopo un parto particolarmente difficile o un parto con cesareo.
Gli aspetti da tenere in considerazione sono svariati.

Il consiglio del dentista è quello di non protrarre il succhiamento oltre i due anni, perché entro i due anni la sospensione dello succhiamento può favorire il normale riallineamento della crescita dei mascellari. Oltre i due anni si creano i presupposti per favorire la malocclusione.

Come intervenire in caso di malocclusione?

In caso di malocclusione, tutto il distretto corporeo collegato e le sue funzioni, nonché l’aspetto emotivo risultano alterati. Diventa, quindi necessario un lavoro di equipe, con la collaborazione tra l’odontoiatra generico, l’odontoiatra specializzato in ortodonzia – possibilmente dentosofo – con l’aiuto dell’apparecchio funzionale e l’osteopata; perché cercare di favorire il ritorno alla fisiologia significa ripristinare l’equilibrio di tutte le funzioni collegate. L’approccio olistico prevede, chiaramente, che non si guardi solo l’aspetto della malocclusione ma si cerchi di capire da cosa derivi.
Risolvendo i retroscena, a volte anche emotivi del problema fisico, si ottiene il successo generale della terapia e quindi la risoluzione totale della malocclusione che consentirà un ripristino delle funzioni e favorirà anche un recupero psicologico della persona. E’ proprio questo il punto forte della dentosofia che auspica un riequilibrio non solo fisico ma anche emozionale.

 

Claudia SormaniLa Dott.ssa Claudia Sormani è laureata con lode in odontoiatria a Pavia nel 1994.

All’inizio del 2000 si avvicina con entusiasmo alla medicina naturale. Oltre a perfezionarsi in varie branche dell’odontoiatria classica integra trattamenti avvalendosi della conoscenza di odontoiatria biologica che comprendono omotossicologia, fitoterapia, posturologia,eav, Fiori di Bach ecc.
Dal 2008 affianca ai trattamenti convenzionali la Dept (diagnosi energetica dei punti terminali), la cromopuntura secondo Peter Mandel e dal 2010 la Dentosofia che le consentono di accompagnare il paziente, che lo desideri, in un percorso di riequilibrio fisico psichico e spirituale.

Riceve su appuntamento a Cavenago d’adda ( Lodi) sormaniolistico@gmail.com

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