Pesci e Prostata in pericolo: qual è il loro nemico comune?

Perché parliamo di pesci e prostata in un unico articolo?
I primi sono creature acquatiche che tutti conosciamo, la seconda è una ghiandola prettamente maschile adibita alla produzione di liquido seminale.
Ma allora che cos’hanno in comune?
Che, purtroppo, sono entrambi in pericolo per la stessa causa: la contaminazione ambientale da ormoni sintetici.
Sembrerebbe, infatti, che l’effetto di sospensione della fertilità della Pillola e degli altri Contraccettivi Ormonali si espandesse dalle donne che ne fanno uso agli organismi acquatici e ai loro compagni attraverso un duplice effetto: uno diretto e uno indiretto…
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L’Effetto Contraccettivo della Pillola sui Pesci

Negli ultimi anni, diversi studi (vedi fonti) si sono concentrati sull’osservazione e l’analisi dei livelli di residui farmaceutici presenti nei pesci che nuotano in acque di scarico purificate.

Nel sangue dei pesci sono stati trovati elevati livelli di ormoni progestinici sintetici, pari a quelli presenti nel sangue di una donna che fa uso della pillola anticoncezionale.
Per comprenderne gli effetti, i ricercatori hanno effettuato dei test in vivo e in vitro con diversi dosaggi. Pertanto, hanno riscontrato effetti diversi sulla fertilità in base al tipo di progestinico e al dosaggio.
Ad esempio, una singola dose di ormone Levonorgestrel o Gestodene alla concentrazione di 100 ng/L provocava l’immediata interruzione di produzione di uova da parte delle femmine di Pimephales Promelas un pesce osseo d’acqua dolce della famiglia Cyprinidae mentre dosi maggiormente elevate contribuivano alla mascolinizzazione delle femmine che iniziavano a sviluppare i tubercoli nuziali, protuberanze che, normalmente, compaiono nei soggetti maschili nel periodo della riproduzione.

Fonti:

Gli effetti collaterali della Pillola per l’Uomo

Ricercatori dell’Università di Toronto hanno notato come, negli ultimi 40 anni, l’uso della pillola anticoncezionale ed i casi di tumore alla prostata siano aumentati di pari passo in tutto il mondo.

“Studi recenti (vedi fonti) hanno dimostrato che l’esposizione agli estrogeni può aumentare il rischio di cancro alla prostata. Abbiamo voluto esplorare se ci fosse un’associazione con l’uso di una donna di contraccettivi orali con l’incidenza del cancro alla prostata o con la mortalità” ha spiegato il capo ricercatore Dr. David Margel del Dipartimento di Oncologia Chirurgica al Princess Margaret Hospital e dell’Università di Toronto. Secondo la sua teoria, anche se la quantità di estrogeni escreti da una donna è minimo, quando milioni di donne lo fanno per un lungo periodo di tempo, questo potrebbe causare un livello significativo di contaminazione ambientale.

Per confermare la sua ipotesi, Margel e il suo collega Dr. Neil E. Fleshner hanno utilizzato i dati dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e il rapporto mondiale delle Nazioni Unite sulla pillola contraccettiva per identificare i tassi di cancro alla prostata e i decessi legati a questa neoplasia.
I ricercatori hanno anche distinto i tassi nei vari Paesi per notare se in zone in cui l’uso della pillola è inferiore esistono anche livelli altrettanto inferiori di cancro alla prostata.

Dopo aver esaminato circa 100 Paesi, gli studiosi hanno potuto così stabilire che i due dati andavano a braccetto, quando saliva uno saliva anche l’altro e viceversa.
In tutto ciò, spiega Margel, sono i Paesi europei a mostrare maggiormente l’associazione.
In ogni caso Margel si guarda bene dall’affermare con certezza che ci sia un rapporto di causa-effetto, ma preferisce lasciare aperta la questione.
Tuttavia si è riscontrato, già in passato, che gli ormoni contenuti nella pillola anticoncezionale possono essere causa di altre tipologie di tumore, tra le quali quello alla mammella, ai testicoli, alla tiroide e all’endometrio, tutti tessuti considerati “sensibili” alle variazioni ormonali.

Fonte: “Oral contraceptive use is associated with prostate cancer: an ecological study”, Margel, Fleshner, 2012

La contaminazione ambientale non è l’unica causa: intervista al Dr. Primitivo

Dott. Primitivo

Abbiamo interpellato, a riguardo, il Dott. Vincenzo PrimitivoMedico Chirurgo esperto di Medicina Naturale e referente scientifico italiano dell’Istituto Internazionale di Ricerca Peter Mandel.

Secondo Lei è valida la correlazione tra l’uso della Pillola e l’aumento del tumore alla prostata a causa di una contaminazione ambientale?

Assolutamente sì.
Oltre a ciò, aggiungerei anche che gli uomini che consumano carne animale ( in particolare pollame che viene regolarmente imbottito di estrogeni) involontariamente ne assumono una parte e quindi il problema in tal caso è addirittura aggravato.
Tra le conseguenze di questo assorbimento, oltre al danno creato all’attività della prostata, che in caso estremo può portare allo sviluppo di tumore, c’è anche la femminilizzazione dei tratti dell’uomo (come, ad esempio, la Ginecomastia).

Quella della contaminazione ambientale è l’unica spiegazione possibile al nesso tra i due fattori?

Ovviamente no.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la riduzione del ph vaginale in donne che assumono la Pillola o altri contraccettivi ormonali.
Questo crea un ambiente vaginale troppo acido che contrasta con la necessità della prostata di un ambiente basico.
Regolari rapporti sessuali con donne che assumono la Pillola potrebbero innescare quindi, un meccanismo di eventi che favoriscono la diminuzione della basicità prostatica, fattore molto negativo per il benessere della prostata stessa.

Una scelta che fa bene a tutti

Se, per fortuna, esiste una crescente tendenza ad avere comportamenti ecologici e rispettosi in molti aspetti della nostra quotidianità, spesso chiudiamo un occhio sull’impatto ambientale del metodo contraccettivo prescelto.
Lo si fa per mancata informazione o semplicemente perché non si trovano alternative valide e con una sicurezza contraccettiva sufficientemente elevata.
Ma la soluzione esiste!

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Vedi: Qual è il Contraccettivo più Green? – (Link)

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