Osservare il Riposo Invernale della Terra: capire se stessi

riposo invernaleOsservare il riposo invernale dei campi è fonte di grande ispirazione: l’agricoltura segue ritmi saggi e validi anche per l’uomo, che ci possono far capire cos’è bene fare durante la stasi invernale e cosa è bene mangiare. 
L’uomo, che nei secoli ha creato l’agricoltura, ha plasmato piante e animali perché gli dessero il cibo adatto in ogni stagione. 

Le patate rinfrescano e sono pronte d’Estate, quando mangiamo anche le zucchine e i cocomeri gonfi di acqua. Se invece si tratta di zucche, che accumulano amidi, allora ne disponiamo in Autunno: sono nutrienti e ci fanno affrontare l’Inverno, periodo durante il quale ci sono le arance, che racchiudono il calore estivo. 
Basta guardare le colture stagionali per capire di cosa abbiamo bisogno in quel momento.

Ma cosa avviene in agricoltura e alla terra d’Inverno, quando tutto sembra fermarsi e riposare? L’impressione che ci ha lasciato l’Autunno è che tutto stia finendo: il buio avanza sulla luce e un peso, una forza che porta giù l’anima, raggiunge anche gli esseri umani. I medici sanno che l’Autunno è un periodo di grande incidenza delle depressioni. Poi, nell’Inverno, tutto pare si fermi e nella natura subentra una stasi incantata, come in attesa di qualcosa. In questo clima anche gli esseri umani sono più riflessivi e sereni. E’ proprio invernale una festa intima come il Natale. 

Dei ritmi della natura l’agricoltura ha fatto la sua forza, assumendo la qualità delle stagioni come proprio ritmo di lavoro e come modello delle attività. In Inverno queste si spostano verso l’interno delle fattorie, si fa attenzione a risistemare tutto, si curano gli strumenti, le piante e gli animali e si programmano i lavori. 
Se si è seminato in Autunno, i semi sono anch’essi a riposo dentro la terra, da cui traggono le forze per preparare la nuova pianta. La Terra si è ritirata al suo interno: è come se concentrasse in sé il tutto. Come nel seme in quiete, in essa c’è la massima concentrazione dell’essenza, che poi germinerà in Primavera ed esploderà di fecondità in Estate. 

In Estate tutta la terra intorno diventa manifestazione di profumi, di colori, di vita. Il polline dei fiori porta con sé questo processo e si espande fino agli strati più alti dell’atmosfera. La Terra espira tutto da se stessa; anche noi esseri umani siamo proiettati fuori: non è facile concentrarsi e studiare nei mesi estivi.

In Inverno, invece, la natura si concentra in sé, riporta all’interno della Terra tutte le proprie forze e riposa. 

Bisogna accostarsi all’essere dell’Inverno, per comprenderlo e riscoprire il valore del riposo. Oggi il riposo è inteso come evasione, come uscita e dimenticanza di sé. Dopo l’evasione,però, tutto ritorna ai ritmi meccanici della vita contemporanea.
Ma non è questo il riposo. Il mondo antico chiamava il riposo otium. Oziare significare lavorare al proprio interno, riflettere, meditare, rafforzarsi interiormente. In questo modo si portava equilibrio al negotium, cioè all’attività lavorativa esterna. 

La qualità dell’ozio dipende da come è stato il nostro negozio. La qualità del giorno di riposo dipende da come abbiamo vissuto i giorni in cui siamo attivi. A sua volta è proprio il riposo riflessivo a stabilire le basi per concepire bene le attività che poi dobbiamo svolgere nella vita esteriore. Per questo il riposo è un’attività molto nobile concessa agli esseri umani e l’Inverno ne è il suo migliore alleato. 

Andiamo allora nei campi in Inverno a riflettere sulle realtà agricole dove nascono i prodotti che mangiamo ogni giorno. 
Tutto ciò che è nuovo si genera in questa silenziosa stagione. Se perdiamo la connessione con le terre che generano il nostro cibo, perdiamo una parte del suo valore nutrizionale. Non ci nutriamo di sole sostanze, ci nutriamo anche con i sensi: di sapori, profumi e colori…

Ma, soprattutto, ci nutre ciò che i sensi comuni non colgono. La vita, le idee e gli ideali, l’immaginario e i sentimenti sono parte della nostra nutrizione. 

Andare in campagna a osservare il riposo invernale può essere l’occasione per conoscere gli agricoltori, specie quelli biologici e biodinamici, provare i loro prodotti, capirne e apprezzarne l’origine. Sarà allora possibile riportarne con sé la memoria quando torneremo alla vita delle città, ai suoi ritmi meccanici. Proprio il silenzioso inverno prepara i prodotti vitali che, altrimenti, rischiano di non avere per noi origine e anima. 

Tratto da: NaturaSì Magazine  – Novembre/Dicembre 2015

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