Ha una spiegazione di tipo genetico, un’ereditarietà scomoda che può essere trasmessa sia dalla famiglia materna che paterna. Le ovaie rinunciano alla propria funzione in anticipo e l’utero smette di mestruare. Questa è la spiegazione più diffusa, ma non è la sola.
Molte donne terminano il ciclo davanti a lutti improvvisi, soprattutto di congiunti maschili, come il compagno o il padre. Talvolta la vita mette di fornte alle donne una responsabilità maschile improvvisa ed esse mettono i pantaloni rinunciando al femminile. L’ovaio si è fatto indietro, rinuncia a sé per sposare un disegno diverso, di autoaffermazione maschile.
La cura della menopausa precoce è volta a stabilizzare i sintomi (vampate, insonnia, ansia…) e a ridonare il ciclo mestruale per riaccendere il sorriso delle donne. Non solo: il ciclo è importante per un osso forte e per scongiurare il rischio di osteoporosi e di possibili fratture.
La terapia dovrebbe essere coadiuvata da una buona linea antiossidante a base di Vitamina E, Zinco, Coenzima Q10 e Selenio. E naturalmente dall’anti aging più importante: lo sport. Se una donna mantiene il peso corporeo, ha una dieta sana, non fuma e fa esercizio fisico costante avrà ottime possibilità di mantenere le ossa forti a lungo.
L’aiuto della medicina naturale è indispensabile nella forma dei fitoestrogeni: i derivati dalla soia e dal trifoglio sono meravigliosi alleati e possono essere uniti alla terapia tradizionale.
La ricerca ha dimostrato che ne servono 75 mg al giorno per almeno tre mesi per contrastare le vampate di calore, 45 mg al giorno bastano invece per conservare l’osso forte e sano e per sconfiggere l’osteoporosi. Le virtù della soia nel contrastare la crescita del colesterolo sono inoltre conosciute da tempo: l’attività antiossidante permette di liberarsi dal colesterolo cattivo (LDL), con grande beneficio per la malattia cardiovascolare. Quello che ancora pochi sanno è che la soia non è il solo fitoestrogeno utile. Per chi è intollerante a questo alimento o teme le coltivazioni transgeniche si possono usare altre fonti, ad esempio il trifoglio, il luppolo oppure la salvia, il cipresso o gli estratti di lino.
Stefania Piloni, medico omeopata specialista in ginecologia, docente Medicina Complementare, Università di Milano.

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