Approfondite ricerche archeologiche hanno accertato che, a partire da circa trentotto mila anni fa, l’umanità venerava il principio femminile personificato simbolicamente dalla Dea madre. Queste culture avevano un profondo rispetto della terra come fonte di vita e la forma femminile rappresentava l’incarnazione del potere della natura. Fra i resti archeologici di queste culture non c’è traccia di fortificazioni, di armi o di morti violente in battaglia. Per decine di migliaia di anni le culture fondate sulla Dea madre hanno vissuto in pace e armonia coltivando l’eguaglianza dei sessi. L’arte, gli oggetti e le prime forme di scrittura di questi popoli documentano che essi erano pacifici agricoltori che vivevano armoniosamente in società matriarcali.
Tutto questo cominciò a cambiare circa cinquemila anni fa, quando tribù guerriere dell’Europa settentrionale e dell’Asia centrale scesero nell’Europa occidentale, nel Medio Oriente e in India. Esse invasero, conquistarono e distrussero le culture indigene della Dea madre.
Fu un’epoca violenta durante la quale gli dei patriarcali rovesciarono il regno della Dea madre. Le donne vennero private della loro autorità e si trovarono progressivamente nell’impossibilità di esprimere la loro sessualità, intelligenza e autosufficienza.
Il sorgere delle grandi religioni mondiali usurpò il potere del femminile trasformando ciò che una volta era sacro in tabù.
L’inquisizione e la caccia alle streghe del Medioevo furono uno sforzo preordinato della Chiesa e dello Stato per eliminare le ultime vestigia dell’influenza e del potere della Dea madre. Le stime parlano di almeno nove milioni di donne che furono sistematicamente assassinate nell’arco di un periodo di trecento anni.
Il Patriarcato ora regnava incontrastato.
Il corpo della donna non le appartiene più
Dopo cinquemila anni, il sistema patriarcale è ormai radicato nella psiche delle donne: è stato tramandato da una generazione all’altra e ha finito per plasmare i loro comportamenti, i loro atteggiamenti e la loro stessa salute. Mai nel corso della storia milioni di donne hanno sacrificato come oggi il loro equilibrio ormonale, e perciò se stesse, sull’altare della scienza medica e farmacologica. Oltre a creare devastanti problemi di salute, che stanno solo ora venendo alla luce, gli ormoni sintetici hanno alterato i ritmi naturali delle donne al punto tale che il loro stesso legame con il senso interiore dell’Io è stato seriamente compromesso.
Tutto ciò ha ingenerato in loro una vera e propria ossessione per un corpo che non considerano abbastanza perfetto. E’ inoltre la causa per cui milioni di donne soffrono ogni mese di SPM, di endometriosi e ovaio policistico, un segno di rifiuto del loro io femminile. E’ un fattore che provoca almeno il 50 per cento delle isterectomie praticate in Occidente. E’ il motivo per cui il 60 per cento delle donne ha ogni mese mestruazioni dolorose.
Il flusso di sangue è ciò che lega una donna all’archetipo femminile.
Ogni mese una donna, con il suo ciclo mestruale, ripercorre le fasi della creazione: nutrimento, morte e rigenerazione. Più le donne ignoreranno la parte più intima di se stesse, più andranno incontro a disturbi a livello premestruale o di menopausa.