In linea con le energie autunnali, un frutto che matura in questo periodo dell’anno è la melagrana.
La sua forma ricorda un gioiello e la sua scorza dura si rivela essere uno scrigno per numerose gemme splendenti e succose che, con il loro colore rosso intenso, non possono che suscitare meraviglia.
Ma perché ne siamo tanto attratti?
Forse per il suo significato simbolico in quanto considerata, nelle diverse epoche storiche, il frutto legato al femminile per eccellenza.
Simbolo di fertilità
Non esiste frutto che assomigli di più all’ovaio femminile, quanto la melagrana.
Dalla sua forma rotonda e gli innumerevoli chicchi incastonati al suo interno, richiama la meravigliosa riserva ovarica della donna, matrice di vita, creazione e creatività.
Vedi: Ovaie e Ovulazione: sorgenti di creatività universale
Per similitudine, quindi, la melagrana è associata alla fertilità e alle donne con difficoltà di concepimento viene consigliato di cibarsene e di passare del tempo sotto al suo albero per assorbirne le energie e le vibrazioni.
Simbolo di ciclicità femminile
Una volta aperta, la melagrana “sanguina”…
Il mito più conosciuto legato ad essa è quello dei Misteri Eleusini, riti agricolo dell’antichità, che si tenevano intorno all’equinozio d’autunno e che vede protagonista Persefone (Proserpina a Roma), figlia di Demetra (Cerere a Roma).
Nel culto, Demetra, dea del grano e dell’agricoltura era strettamente legata alla figlia Persefone, rapita da Ade e da lui portata nell’Oltretomba.
Nella disperata ricerca della figlia, Demetra rinuncia alle sue funzioni divine, tanto che la terra deperisce e smette di dare frutti fino a quando la figlia non le venne resa, almeno per il periodo della primavera e dell’estate quando la terra torna fertile e carica di abbondanza.
Nel resto dell’anno, Persefone dovrà regnare a fianco di Ade proprio per aver mangiato dei chicchi di melograno. Infatti, ciò che viene consumato nell’Oltretomba crea un legame con quel luogo.
Il mito tratta della ciclicità universale e della natura, legata indissolubilmente a quello della ciclicità femminile. Persefone, il cui ruolo iniziale è soltanto quello di figlia innocente, mangiando i semi di melograno, con tutto ciò che poi ne conseguirà, dà il via alla sua trasformazione e alla sua maturazione da fanciulla a donna, sposa e regina e il suo andare e tornare nell’arco dell’anno inizia a scandire i cicli delle stagioni.
Questa trasformazione profonda è legata all’iniziazione che la donna vive entrando nella sua ciclicità attraverso il sangue, attraverso il menarca, la sua prima mestruazione.
Nell’arco di un ciclo, la donna, come la natura, attraversa fasi di pienezza e rigoglio e fasi di ritiro, e solo accogliendo questi cambiamenti e il loro potenziale può vivere la sua femminilità in maniera completa.
Il frutto proibito?
Il frutto proibito che Eva coglie nel paradiso terrestre sembrerebbe essere stato proprio una melagrana.
Colta dall’albero “della conoscenza della vita e della morte”, il tema che nuovamente ricorre è quello della ciclicità universale.
Ovviamente, è proprio una donna a coglierlo in quanto fisiologicamente vascello e portatrice di queste energie.
Energie che hanno sempre suscitato reverenza e timore – proprio come l’albero proibito – per il loro indiscutibile potere e mistero.
E ciò che si teme, o si nega o si cerca di soggiogare e punire.
Il resto della storia la conosciamo…