“Il Tempo dell’Equilibrio”. Premenopausa e Menopausa – Intervista alla Dott.ssa Dell’Angelo per “Scienza e Conoscenza”
– a cura di Laura Gabrielli
In una società che vuole le donne perfette, belle, buone, brave e fedeli, ovvero aderenti a stereotipi radicati in maniera così profonda nella nostra cultura da apparire ineliminabili (bellissimo a questo proposito il video di promozione della campagna contro la violenza sulle donne #credevofosseamore di Fare X Bene Onlus), l’età della menopausa è quella in cui la donna non ha più alcun valore – a esclusione dell’essere un succulento target per prodotti di bellezza anti-rughe e anti-age. Parlare di menopausa e premenopausa dando ad esse il valore e il significato corretto all’interno del ciclo della vita e del contesto socio-culturale è una questione di educazione di genere che riguarda tutti: uomini, donne, giovani, anziani, bambini e bambine. Lo abbiamo fatto con la dottoressa Monica Dell’Angelo, specialista in Ostetricia e Ginecologia.
Cosa si intende con i termini premenopausa e menopausa e quali sono le differenze?
La vita umana è composta da ritmi e da cicli. Ippocrate, padre della medicina, distingueva nell’esistenza umana sette tempi: lattante, bambino, adolescente, giovane, adulto, uomo maturo, anziano.
La premenopausa rappresenta l’età adulta, va dai 42 ai 49 anni e si trova sotto l’influsso di Marte: è un settenio di trasformazione, di grande ricchezza creativa, di sviluppo spirituale, di lotta per la libertà e desiderio di contribuire all’evoluzione della società in cui si vive.
La menopausa, sotto l’influsso di Giove, rappresenta la maturità propriamente detta e si colloca tra i 49-56 anni. E’ caratterizzata dalla mancanza di flussi mestruali da almeno 12 mesi e quando si manifesta prima dei 40 anni parliamo di menopausa precoce.
Ci sono vari fattori che influenzano l’insorgenza della pre e perimenopausa: la vita che una donna ha vissuto, lo stress, i traumi, la magrezza, l’obesità, la razza, il clima ecc. Vi è anche una menopausa chirurgica, chimica o da farmaci.
Quello che però segnala in modo chiaro che sta iniziando la trasformazione è l’occhio.
Quando inizia la presbiopia le ovaie cambiano energeticamente anche se ancora non ci sono evidenze di alterazioni a livello di ciclo mestruale. Con il peggioramento della presbiopia abbiamo anche i primi segnali di irregolarità mestruale.
Ci sono degli esami o dosaggi ormonali che una donna potrebbe fare per capire lo stato di avanzamento della premenopausa?
Dopo i 40 anni la sintesi degli ormoni sessuali diminuisce, i cicli mestruali perdono il ritmo, sono spesso anticipati o posticipati, con flussi più o meno abbondanti. Nel periodo della premenopausa, quando avvengono i primi cambiamenti, non farei alcun esame perchè i dosaggi ormonali sono variabili. Successivamente, 2-4 anni prima della menopausa, pur nell’ambito di una notevole variabilità individuale, le ovulazioni divengono sempre più rare fino a scomparire con una produzione di estrogeni variabile ma progressivamente in calo. La mancanza di ovulazione si può associare anche a una secrezione di estrogeni elevata, per cui si può manifestare una emorragia uterina. Altre volte la mancanza del ciclo è prolungata, dando una falsa impressione di menopausa. A questo punto i livelli circolanti di estrogeni divengono talmente bassi da non essere più in grado di stimolare l’utero e provocare la perdita di sangue; in questa fase gli ormoni regolatori dell’ipofisi, FSH e LH, aumentano. Quando le mestruazioni mancano per più mesi, potrebbe essere utile fare il dosaggio degli ormoni LH, FSH e degli estrogeni.
Perché tante donne, oggigiorno, hanno difficoltà a raffrontarsi con questa nuova fase della loro vita?
La menopausa viene prevalentemente vista, in questa società, come un periodo di decadimento progressivo della donna, invece è proprio in questo periodo che la donna può conquistare la sua libertà. Per raggiungere questo scopo si dovrebbe rivedere la propria vita come un film, considerando tutte le esperienze compiute in modo positivo. Solo così si può creare un collegamento tra mente e cuore, perché la forza del cuore rende libero il pensiero.
Dall’età dei 42 anni, in concomitanza con la fase di rinnovamento cellulare, c’è un cambiamento nella propria interiorità: un cambiamento di gusti, colori, percezioni, a volte di amicizie, c’è la ricerca di una dimensione più spirituale.
Il cambiamento non dovrebbe essere vissuto nel rimpianto delle qualità fisiche che si stanno perdendo ma nell’impegno ad andare oltre le apparenze, scoprire i propri doni, la saggezza ma anche l’indipendenza e il potere sessuale e creativo. Insomma la donna sente la spinta a ricercare degli spazi propri, nuovi, più distaccati dalla materia e più vicini al mondo della natura; vuole essere solo se stessa, con i suoi ricordi e la sua malinconia, non ha più bisogno di dimostrare nulla.
La Medicina Antroposofica considera l’uomo tripartito in un polo neurosensoriale, un polo ritmico e un polo metabolico. Possiamo dire che in questa fase della propria vita la donna sente di voler entrare maggiormente nella propria parte ritmica, coltivando la propria parte creativa con attività artistiche (ad es. pittura, canto, scultura), con il contatto con la natura, buone letture, euritmia, yoga. Ogni donna deve ricercare il suo ritmo e soddisfare i suoi bisogni.
Se in questi anni, tra i 40 e i 50 anni, la donna non compie questo processo di interiorizzazione e liberalizzazione del proprio Io rischia di non accettarsi e di poter cadere più facilmente nella depressione.
Il momento della menopausa impone un bilancio consuntivo della propria vita, nei riguardi dei genitori, fratelli, figli, lavoro partner. I figli dovrebbero essere grandi per avere più spazio per sé.
E’ interessante notare come solo allontanandosi dagli schemi materiali imposti dalla società la donna riesca a essere realmente felice…
Esatto. Inevitabilmente il corpo cambia e la pelle registra il nostro vissuto. Non si può pensare di tornare indietro. Se a 30 anni non si sono vissute esperienze che il proprio ciclo vitale richiedeva, non si può pensare di farlo a 50 anni. Tutto stonerebbe. Un anno, secondo me, molto importante è il 49esimo (nel numero 49 c’è anche il numero 9 che è il numero della luce – dopo 9 mesi porti alla luce un bambino).
Il settimo settennio è l’opportunità di un grande rinnovamento, di una nuova coscienza per la donna per ridefinire il senso della vita. Il percorso però è individuale.
Ultimamente si tende meno a prescrivere la terapia ormonale sostitutiva (TOS), ma sento di molte donne a cui vengono prescritti gli anticoncezionali…
Nel periodo della premenopausa può succedere che ci siano dei cambiamenti anche nelle mestruazioni, perché essendoci questo aumento degli estrogeni può capitare che si salti una mestruazione e che poi ne arrivi un’altra abbondantissima, per cui molte volte i ginecologi danno delle terapie ormonali come la pillola. Però ci sono anche molte terapie omeopatiche, fitoterapiche che possono aiutare.
I cambiamenti ormonali non solo possono determinare cicli irregolari, ma anche oscillazioni dell’umore come irritabilità e nervosismo, insonnia, tachicardia, un senso di malinconia sconosciuta, che non va vista come depressione. L’importante è rendere consapevole la donna di ciò che sta avvenendo, perché vivendo tutti questi cambiamenti senza consapevolezza facilmente può andare in crisi. Soprattutto, in questa società basata sull’azione e la velocità, la donna sente la necessità di dover fermare il tempo e ritrovare la saggezza interna del proprio corpo e quello che vuole dire con i suoi sintomi.
Le vampate di calore vanno considerate come ormoni in eccesso non eliminati attraverso i piaceri della vita, anche attraverso il piacere sessuale. Se poi una donna, nella sua vita, è stata sempre ligia al dovere, privandosi di ogni piacere, ecco che al momento della menopausa il corpo se ne deve liberare.
Utilizzando ormoni chimici (TOS) che per natura sono aggressivi e che tra l’altro possono avere effetti collaterali negativi, vi è un ulteriore sovraccarico, perché il corpo deve provvedere anche alla loro eliminazione. Gli ormoni sintetici, infatti, vengono percepiti dal corpo come sostanze estranee.
Quali terapie alternative suggeriresti?
Spesso ricorro alla medicina preventiva: invito le quarantenni a godersi la vita, a prendersi qualche piacere, a coltivare l’umorismo. Il problema, in questa società frenetica, è capire che cosa piace veramente. Per questo è importante soffermarsi ad ascoltare i propri bisogni. Così la vita continua a essere una meravigliosa esperienza. Riguardo all’alimentazione consiglio di mangiare un po’ di tutto in modo bilanciato, non eccedere alla sera per non aumentare le vampate di calore e le sudorazioni. Consumare con moderazione latticini, carne, alcolici, bevande con caffeina. Integrare ad esempio con cereali integrali, il miglio, mandorle, semi di girasole, pesce azzurro, salmone, frutta e verdura freschi. Comunque penso che il piacere e la prima digestione avvengano in bocca. Un’attività fisica regolare, possibilmente all’aperto, aiuta a contenere il peso e migliora la sfera emotiva. Camminare, andare in bicicletta, danzare, nuotare, fare stretching, curare la casa e il giardino sono modi per mantenersi in forma. Va preso in considerazione il fatto che il tessuto adiposo protegge gli organi sottostanti. Se l’apparato sessuale inizia ad avere meno energia, il grasso aumenta per riparare, in qualche modo, la perdita. Perciò si può dimagrire, ma fino a un certo punto. In più il tessuto adiposo produce fisiologicamente una certa quantità di estrogeni che consente che questo passaggio, dalla premenopausa alla menopausa, sia molto più graduale.
La Dott.ssa Monica Dell’Angelo, nata a Cortina d’Ampezzo (Bl) è un medico specialista in Ginecologia e Ostetricia. Per dieci anni ha lavorato presso il reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale S. Chiara di Trento. Dal 2002 lavora come libero professionista a Trento e dal 2006 anche presso APSS Pergine (Tn).
Nel 2010 ha ottenuto il diploma di Medico esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline integrate. Nel 2012 ha partecipato al Master di Aromacologia. Attualmente sta completando il corso di Medicina Antroposofica della durata di 3 anni. Dal 1999 segue il metodo secondo Lucia Torri Cianci e da alcuni anni collabora con il gruppo tecnico. Fa parte dell’associazione Mad’AN (riflessologi secondo il metodo Lucia Torri Cianci).
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