Il Sonno dei Bambini: come dormire (e vivere) serenamente

sonno dei bambiniOgni genitore, chi più chi meno disperatamente, prima o poi si trova ad affrontare i “problemi di sonno” del proprio bambino e l’incognita del dormire o non dormire la notte è, probabilmente, la paura più grande di ogni futuro genitore.

Eppure, quanto è vero che ogni bambino è diverso dall’altro, è altrettanto vero che i ritmi del sonno dei bambini sono squisitamente simili, come pure i loro bisogni fondamentali. Spetta solo al genitore decidere se vivere questi momenti con serenità oppure con ansia o inadeguatezza (il più delle volte causata dalle richieste e dai giudizi dell’ambiente circostante).

Dove e quanto devono dormire i bambini?

Un mito molto diffuso e pericoloso (per il benessere del bambino ma anche per la salute mentale dei genitori) richiede che i bambini, dopo i primi mesi, debbano dormire da soli, per tutta la notte. I bambini che non seguono tale schema vengono classificati come “aventi problemi di sonno”. Ma chi definisce la normalità e su quali basi?

In realtà, è stato dimostrato che solo il 15% dei bambini di due mesi e il 33% dei bambini di 9 mesi dormono tutta la notte, senza mai svegliarsi; gli altri si svegliano molte volte durante la notte, ma molti si riaddormentano subito dopo, senza alzarsi né piangere.

Sarebbe molto più onesto ammettere che il bambino che si sveglia spesso durante la notte sia perfettamente normale, ma che siamo noi genitori ad avere, comprensibilmente, problemi per questo. Si metterebbero meno in discussione le proprie capacità educative o la salute del proprio figlio per cercare soluzioni adeguate a vivere questo momento di passaggio (perché prima o poi passa!) con più serenità. Ma in questo caso chi comprerebbe più i manuali sul sonno che promettono la risoluzione del “problema” in tempi rapidi?

The-Guide-to-Baby-Sleep-Positions.jpg

 

Puericultura secondo natura

La nostra società pensa sia normale far dormire i bambini – anche molto piccoli – da soli, nella loro stanzetta, nel loro lettino. Vi è una convinzione condivisa che sia giusto fare così. “Abituandoli ad essere indipendenti da piccoli saranno indipendenti anche da grandi. Al contrario rimarranno insicuri e dipendenti”. In realtà le cose non stanno proprio così…
Quando un bambino nasce viene catapultato in un mondo nuovo: nei suoi primi 9 mesi di vita intrauterina (nella pancia della mamma) ha conosciuto solo il contatto materno. Una volta uscito dal grembo che lo ha ospitato ricercherà questo rassicurante contatto. Di giorno e di notte. Solo quando non avrà più bisogno di questa rassicurazione potrà dormire da solo nella sua cameretta.

In natura gli animali si comportano così ed è abitudine anche delle popolazioni più primitive. Il sonno condiviso per noi è un “vizio”, per chi riesce ancora a sintonizzarsi con le necessità dei più piccoli non è altro che una tappa di crescita. Come lo è tenere in braccio il bambino o allattarlo al seno. Soprattutto se il bambino è allattato risulta molto più naturale e comodo tenerlo nel letto vicino a sè. Sarà così possibile allattare, senza doversi alzare o svegliare, soprattutto nel periodo in cui spuntano i dentini e il bambino ricerca nell’allattamento un alleviamento dei fastidi, con conseguenti risvegli notturni più frequenti.


Inoltre, come noi sentiamo il bisogno di dormire accanto alla persona amata, il bambino, che è parte di noi, sente ancor di più il bisogno di dormire accanto alle SUE persone amate. Anche per una questione di sopravvivenza, i bambini sono geneticamente preparati a passare le ore del sonno (i momenti più pericolosi della giornata) in compagnia. E la loro mente non può ancora seguire schemi e regole imposte dalla società moderna, loro “ragionano” come hanno sempre fatto da millenni… Un bambino che si sveglia la notte e sente i propri genitori vicino a sé, è rassicurato e, molto probabilmente riprenderà a dormire spontaneamente.

Solo se il bambino avrà trovato rassicurazione nelle sue tappe di vita potrà crescere e diventare un adulto sicuro e indipendente e, quando sarà il momento, chiederà lui stesso di dormire da solo.

sonno infantile
I disturbatori del sonno

Il sonno di un bambino è privo di strutture complesse ed è regolato essenzialmente da condizioni istintive primarie, come la fame e la sete. Il ciclo sonno-veglia è spesso direttamente collegato a quello fame-sazietà.
Nell’adulto sono presenti i complessi K e i fusi del sonno, che tra le altre cose, hanno la funzione di inibire le eccitazioni corticali e di proteggere il sonno da sollecitazioni leggere.
Nei bambini piccoli, questo tipo di schermo non è ancora sviluppato e di conseguenza input esterni come rumori, freddo o input interni come appetito, minzione, doloretti vari (il periodo della dentizione è, probabilmente, quello più stremante per genitori e bambini) interrompono il sonno e svegliano anche i genitori!

Un fattore importante da tenere in considerazione è la temperatura della stanza che non deve essere fredda, ma nemmeno eccessivamente calda e il bambino deve essere vestito di conseguenza. La temperatura della stanza ideale si aggira intorno ai 18-20 gradi.
Esclusi fattori come fame, sete o malesseri fisici, se il bambino si sveglia spesso durante la notte senza un motivo apparente provate a coprirlo o scoprirlo un po’ di più.
Una soluzione che salva le notti a molti genitori è il sacco nanna, soprattutto se il bambino tende a muoversi molto e a scoprirsi durante la notte.

cosleeping ladycomp
Bambini piccoli e apparecchi Pearly e Lady-Comp

Anche chi ha bambini piccoli può usare un apparecchio Pearly o Ladycomp, nonostante i risvegli notturni. La temperatura, infatti, risulta basale  dopo un sonno di 3 ore consecutive o 4-5 complessive, se spezzate da dei risvegli, purché l’ultima ora sia intera. (Vedi “Come si effettua la misurazione con Pearly e Ladycomp”). Conoscendo, quindi, i ritmi notturni del proprio bambino, è possibile organizzarsi, regolando l’orario di sveglia desiderato o disattivandola del tutto (opzione consigliata in caso di orari di sveglia variabili).
Microrisvegli per attaccare il bambino al seno o controllarlo, senza la necessità si alzarsi o svegliarsi completamente, non sono considerati risvegli veri e propri e non hanno effetto sulla temperatura.

Fonti

  • Carlos González, “Bésame Mucho”, Ediciones Temas de Hoy, S.A. (T.H), 2003
  • Eticamente.net

 

Leave A Reply