Dolori Mestruali e Sindrome Premestruale: retroscena psicosomatico – Intervista al Dott. Primitivo

Abbiamo interpellato Il Dott. Vincenzo PrimitivoMedico Chirurgo esperto di Medicina Naturale e referente scientifico italiano dell’Istituto Internazionale di Ricerca Peter Mandel riguardo a un problema che affligge moltissime donne: i disturbi del ciclo mestruale.  Il Dott. Primitivo ci spiega le possibili cause e gli approcci terapeutici più efficaci e rispettosi dell’equilibrio della donna.Quali sono i disturbi che spingono maggiormente le donne a rivolgersi a Lei?


Le donne si rivolgono a me per indicazioni che spaziano nell’ambito di tutta la clinica medica ma principalmente sono due i problemi più diffusi: i disturbi dell’asse neuroendocrino femminile, in parole semplici tutto ciò che riguarda i disturbi del ciclo mestruale, e poi cefalee (mal di testa), emicrania in generale.
Oggi sono queste le due patologie statisticamente più frequenti nelle donne che si presentano alla nostra osservazione.
Cefalee e emicranie che talvolta possono essere collegate a disturbi del ciclo?
 
Sì, in almeno 1/3 dei casi abbiamo uno stretto collegamento tra disturbi neuroendocrini, quindi disturbi del ciclo e  cefalea.Oggigiorno, disturbi del ciclo mestruale come la dismenorrea (mestruazioni dolorose) o la sindrome premestruale sembrano essere in aumento. Quali sono, secondo Lei, i motivi per cui sempre più donne soffrono di tali disturbi?

Chiaramente le motivazioni possono essere molteplici e quindi vanno circostanziate e individuate caso per caso.Se, però, pensiamo alla radice etimologica della parola utero, derivante dal greco ystèra, cioè isteria, che ha una valenza archetipicamente femminile, notiamo che c’è uno stretto collegamento fra i due aspetti.

Sindrome premestruale, dismenorrea o difficoltà mestruali, in generale, risultano, quindi, essere l’espressione simbolica collegata alla difficoltà che la donna ha di accettarsi in quanto tale.

Spesso, e soprattutto in una società come questa, che vuole imporre delle regole – che poi sono regole fatte dagli uomini – le donne hanno difficoltà a sottomettersi.

In questo contesto è interessante notare anche il collegamento con l’espressione francese per indicare la mestruazione: regle (regola).
L’impossibilità per la donna di sottomettersi, o di obbedire, a delle regole che le vengono imposte può essere alla base dello scatenarsi di patologie di questo genere. 

In questi casi, la medicina ufficiale, generalmente, prescrive la pillola anticoncezionale, anche a ragazze molto giovani. Ma è veramente questa l’unica soluzione possibile?Direi di no. La pillola anticoncezionale è come se mettesse una toppa sul problema, rimandando la soluzione a tempi migliori.

In realtà la natura ha fornito la donna di un suo ciclo proprio; imporne uno coatto dall’esterno è un’operazione poco efficace.
Quindi, ripeto, bisognerebbe cercare di comprendere la natura del disturbo della donna nello specifico e lavorare su questo. Somministrare la pillola serve semplicemente a non voler considerare la causa prima di questi disturbi.Molte donne combattono per anni con la dismenorrea o la sindrome premestruale. Qual è la percentuale di risoluzione o comunque notevole miglioramento dei sintomi, tra le pazienti da Lei trattate e qual è l’approccio terapeutico più usato nel vostro ambito?

I mezzi e i sistemi che noi utilizziamo sono tanti. Sicuramente il sistema che, fin’ora, ci ha dato i risultati migliori è la cromopuntura, cioè l’applicazione di fasci di luce cromatica, che presentano una specifica frequenza elettromagnetica, su punti specifici dell’agopuntura. A differenza dell’agopuntura il colore entra ancora più in profondità, andando a regolare gli aspetti più emotivamente alterati o disturbati che sottendono il problema.

La percentuale di successo della terapia è molto alta perché, chiaramente, la sindrome premestruale, in genere, non prevede un’alterazione organica ma semplicemente un’alterazione funzionale. Almeno nel 70% dei casi abbiamo una risoluzione del problema, in un altro 20% una buona risoluzione. E’ chiaro che, come per qualunque approccio terapeutico,  c’è una percentuale, seppur ristretta, di persone per le quali il problema si protrae.

Esiste una banca dati dei medici che applicano la cromo puntura?

In realtà credo di no. Nonostante sia una tecnica che si usa ormai da più di 40 anni in Germania e nel resto del mondo, la diffusione della cromopuntura in Italia è relativamente recente. Attualmente stiamo formando tutta una serie di terapeuti e di cromopuntori ma siamo ancora agli inizi. Per chi fosse interessato, però, ci sono sicuramente dei riferimenti anche in Italia. Basta consultare il sito www.cromo-pharma.it

Generalmente, la società, tende a sminuire o ridicolizzare i disturbi del ciclo mestruale della donna. Che cosa ne pensa Lei a riguardo?

Penso che la società tenda a sminuire e, per certi versi, ridicolizzare questi problemi proprio perché strettamente collegati al nucleo dell’essere femminile. Capite che, andare a ragionare su aspetti così delicati dal punto di vista etico, filosofico e psicologico diventa un’operazione talmente tanto difficile, che risulta più semplice sminuirla o ridicolizzarla.

Secondo la Sua esperienza, quanto incide la consapevolezza di se stesse e il vivere bene la propria femminilità sulla comparsa e l’intensità di simili disturbi?

La consapevolezza è essenziale, fondamentale, in tutte le patologie oltre che nella sindrome premestruale e rappresenta il 50% della risoluzione del problema.

Certo, dopo aver preso coscienza, dopo essere diventati consapevoli dei significati del proprio problema, bisogna poi passare all’azione. La cromopuntura, in questo, può essere uno strumento efficace perché aiuta la paziente a prendersi in carico e a confrontarsi profondamente con il suo problema. 

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