“Diventare Donna” – Intervista per “Scienza e Conoscenza” alla Dott.ssa Marialessandra Panozzo

La Dottoressa Marialessandra Panozzo ci parla dell’importante passaggio all’età puberale, dell’avvento delle mestruazioni e di come affrontare in maniera consapevole questo fondamentale periodo della vita della donna

– a cura di Laura Gabrielli

“Più bambina, meno velina” è uno dei venti spunti di riflessione che la psicologa Anna Oliveiro Ferraris offre sul tema della felicità dei bambini. Difficile da realizzare in un mondo, il nostro, che per le bambine propone, già in età prescolare, scarpe con il tacco per apparire più belle ed eleganti, fatine scosciate come compagne di gioco, e un corollario infinito di borsette rosa confetto, fiocchetti, trucchi, tiare e coroncine. Difficile ma possibile, e doveroso, soprattutto se si è mamme (e babbi) di una figlia femmina (croce e delizia) e se si ha a che fare a vario titolo con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’input, per le figlie del nostro tempo, è quello di crescere il più in fretta possibile, di diventare non tanto adulte (dato che il mondo adulto viene visto come grigio, triste e infelice, e qui dovremmo cercare di capire che immagine noi adulti stiamo dando alla maturità), quanto giovani ragazze in grado di disporre liberamente dei propri pensieri e dei propri corpi.
Di fronte a una maturità fisica che arriva sempre più precocemente, la maturità psichica si sposta indefinitamente in avanti e accade che quando queste ragazzine diventano, con l’arrivo delle mestruazioni, donne hanno tante informazioni ma non sanno cosa diventare donne significhi davvero.

La dottoressa Marialessandra Panozzom medico-chirurgo specializzato in ginecologia, affronta in questa bella intervista, a cura di Laura Gabrielli (Baby Comp) il tema dell’arrivo delle mestruazioni, offrendo a genitori e medici tanti spunti pratici e di riflessione.


Negli ultimi anni si sta riscontrando un’entrata in pubertà sempre più precoce. Quali potrebbero essere le cause? E’ possibile che l’ambiente e lo stile di vita alimentare abbiano una certa influenza?


E’ vero che il menarca è diventato più precoce, si è stabilizzato, infatti, attorno ai 10 anni e mezzo, 11. Ciò è sicuramente legato al maggior benessere psicofisico della nostra cultura e anche a un maggior benessere prettamente biologico, che favorisce una migliore crescita fisica.

Ma è anche legato a una cultura che tende un po’ ad accelerare, in genere, le tappe della vita; a far crescere in fretta, sia nelle abilità pratiche (leggere, scrivere, diventare efficienti…) sia in quelle psicologiche (imparare in fretta a essere donne). Per cui credo che ci sia anche una componente prettamente sociale , un po’ più sottile, un po’ più energetica.

Il problema principale è che viene creato uno squilibrio in queste ragazzine.
La precocità mestruale e nello sviluppo, non coincide più con lo sviluppo emotivo, che segue dei ritmi più arcaici e si ritrova, così,  indietro rispetto a un corpo che magari è già pronto per una vita più adulta.
Questo porta anche a una precocità sessuale non in linea con l’effettivo sviluppo emotivo.
Ci sono poi casi di precocità patologica che può essere legata a un eccessivo consumo di carne animale  trattata con ormoni  estrogeni (generalmente pollame) o all’uso di composti simil-estrogenici nei fertilizzanti, che portano a menarca molto precoci o allo sviluppo del seno nei ragazzini.



Possiamo aiutare le mamme a preparare le bambine nella fase di passaggio verso la prima mestruazione e la pubertà?

E’ sicuramente importante avere una buona comunicazione con i genitori su questo tema. Le mamme devono aver parlato precedentemente di cosa siano le mestruazioni e di cosa significhi diventare donna.

Attualmente l’informazione non è un problema, perché queste ragazzine sanno già molto, il problema è che lo sanno in maniera errata.
Bisogna, quindi, instaurare e mantenere una comunicazione corretta.
Che avvengano le mestruazioni questo ormai si sa, non è più uno shock come ai nostri tempi, se ne parla, ma se ne parla troppo e male, soprattutto di che cosa voglia dire diventare donna: dei propri diritti, dei proprio doveri, del rispetto del corpo proprio e altrui.
Questi sono i temi più importanti che dovrebbero essere affrontati.
L’occasione della prima mestruazione può essere un momento per affrontare il tema di cosa voglia dire realmente essere donna in questo mondo…


In molti casi, nei primi anni in cui è presente la mestruazione, le ragazze lamentano tutta una serie di disagi: disturbi alimentari, mestruazioni irregolari, abbondanti, dolorose… Fino a che punto possiamo considerare ciò come una naturale conseguenza dell’assestamento dell’equilibrio estro-progestinico e quando, invece, viene consigliata una visita medica e un intervento da parte del ginecologo?

Dal punto di vista della regolarità, le mestruazioni dovrebbero essersi regolarizzate nell’arco di due anni. Quindi, se nei primi due anni, le mestruazioni non sono ancora regolari è tutto abbastanza normale. Si interviene solamente se le mestruazioni diventano troppo abbondanti o troppo frequenti, perché questo provoca problemi di anemia e quindi va trovata una soluzione, generalmente con rimedi naturali. 

Se invece l’irregolarità persiste o si si instaura dopo due anni dal menarca, vanno prescritti gli esami del sangue con dosaggio ormonale, si fa un’ecografia se la ragazza non ha avuto rapporti, altrimenti una visita ginecologica, e si cura quello che c’è con la medicina complementare (omeopatia, fitoterapia, massaggi… ) riportando alla normalità la funzione ovarica.  
I primi cicli sono anovulatori e, in genere, non c’è dolore mestruale. Normalmente, via via che l’ovulazione diventa più regolare, aumenta anche il dolore mestruale. In questo caso la componente psicologica ha un peso rilevante perché è sempre un dolore, e le ragazze lo possono sopportare veramente molto male. Anche qui possiamo intervenire sempre in maniera naturale.


I ginecologi, invece, generalmente, prescrivono subito la pillola anticoncezionale…

Per l’irregolarità mestruale in fase puberale la cosa peggiore che, secondo me, si può fare, è prescrivere la pillola: sono ormoni che bloccano la funzione delle ovaie per cui le mestruazioni si regolarizzano solamente  perché la pillola si sostituisce al lavoro delle ovaie.
Il risultato finale è che, spesso, ragazze che hanno iniziato a prendere la pillola da molto giovani, quando interrompono l’utilizzo, si ritrovano con mestruazioni ancora più irregolari, se non addirittura bloccate. E’ il caso della tipica amenorrea da post-pillola che si può protrarre per mesi e da cui poi diventa difficile uscire.
Quindi, il concetto di regolarizzare il ciclo con la Pillola è un concetto che non ha senso perché non si lavora sulle cause ma solo sulle conseguenze: le mamme sono rassicurate, le figliole son contente perché così hanno anche un anticoncezionale però, dal punto di vista della salute, si va a fare un gran pasticcio.

Purtroppo, ci sono pochi ginecologi che curano con la medicina complementare, rispetto a quella tradizionale allopatica. Ci si può rivolgere a un qualunque esperto di medicina naturale, anche se non ginecologo?

Certamente. La specializzazione non è assolutamente necessaria. L’omeopata, il  naturopata o anche l’agopuntore, curano l’intera persona per cui anche se non ha una specializzazione precisa vanno comunque a trattare anche il disturbo presente.

Però ci deve sempre essere una diagnosi medica tradizionale, per capire dove sta il problema e che cosa va curato, dopodiché, non si fa la terapia proposta dalla medicina allopatica, ma si fa la terapia proposta dal medico omeopata o naturopata e poi si ritorna dal ginecologo per controllare se tutto sia ritornato a posto.

E’ corretto curarsi con la medicina complementare, ma bisogna avere il quadro clinico da un punto di vista strettamente medico.  Se ci si concentra solamente sulla parte energetica si rischia di tralasciare quella fisica che deve, comunque, ritrovare l’equilibrio perduto.
Gli esami convenzionali vanno fatti anche per confermare che la cura stia funzionando. 

 

Che cosa ci puoi dire dei disturbi alimentari a quest’età?

I disturbi alimentari, nei primi anni della pubertà, sono un grosso problema.
In  una società come quella in cui viviamo, che propone dei particolari modelli di bellezza e di magrezza, puntando solo sull’estetica,  è veramente frequente avere problemi col cibo, soprattutto per una ragazzina che difficilmente si piace, si sente all’altezza e si sente comoda nella sua vita e nel suo corpo.
In genere, però, sono squilibri momentanei che si risolvono da soli nel giro di qualche mese.
E’ abbastanza comune che ci sia un po’ di fissazione sul cibo, e, in alcuni casi, è anche sano perché generalmente tendiamo a mangiare molto male. E’ solo quando si inizia a togliere gli alimenti essenziali che sorgono problemi.
Togliere i cereali, ad esempio, è molto pericoloso perché, non solo porta a depressione, ma crea grossi squilibri a livello metabolico. Generalmente tutte le diete iperproteiche sono diete estremamente squilibrate che creano problemi soprattutto a ragazze in via di sviluppo.

Anche in questi casi, si può incorrere nell’amenorrea (assenza di mestruazione).
Quando c’è un drastico calo di peso, in periodi di forte stress o in caso di attività fisica intensa ed eccessiva, il corpo mette in atto un meccanismo automatico di difesa. Le mestruazioni denotano una potenziale fertilità e quindi capacità di fare bambini: nel momento in cui c’è una situazione di salute precaria il corpo reputa pericolosa l’eventualità di una gravidanza e quindi blocca la mestruazione. 
La mancanza di mestruazione diventa, quindi, il segnale d’allarme di uno squilibrio diverso. Spesso basta dare indicazioni corrette alla ragazza per risolvere il problema. Se, invece, il blocco risulta essere più psicologico, in quel caso si può intervenire con l’omeopatia che tratta anche la parte psicologica e ci si può appoggiare a  un percorso di counseling; si può parlare con i genitori perché l’anoressia è quasi sempre legata alla situazione familiare e la ragazza si ritrova ad essere l’anello debole di una situazione familiare che va cambiata.

Quali sono i consigli pratici che dai alle mamme per aiutare le loro figlie con disturbi alimentari?

Innanzitutto consiglio di non costringere le ragazze a mangiare perché, a quell’età, le figlie fanno tutto l’opposto di quello che dicono le mamme. E’ meglio cercare di introdurre lentamente piccole quantità di alimenti di cui la ragazza è carente e appoggiarla nella corretta alimentazione, affiancandola, facendo assumere a  tutta la famiglia la stessa alimentazione. 
Ci sono anche alcune nutrizioniste che si occupano di anoressia. Sono molto utili perché, comunque, le ragazzine anoressiche desiderano fare una dieta. Se la dieta gliela dà una nutrizionista intelligente che sa che cosa sta facendo, e propone gli alimenti che la aiutino a mantenersi magra ma ricchi di sostanze nutritive che le sono indispensabili, anche la ragazza è contenta perché viene presa in considerazione e viene ascoltata nelle sua motivazioni. 


Marialessandra Panozzo, ginecologa, omeopata e psicoterapeuta vive e lavora a Prato come libera professionista. E’ responsabile dal 2003 dell’ambulatorio di omeopatia per la donna della ASL 2 dell’Ospedale di Lucca. Si occupa da anni della salute della donna dalla maternità alla menopausa attraverso l’omeopatia, l’alimentazione e lo stile di vita; convinta che la vita sia un continuo processo di crescita e cambiamento segue le donne nelle fasi delicate accompagnandole con le terapie complementari. Ha scritto tre libri: Osteoporosi e Menopausa (Entrambi Giunti Demetra) e Candida: cure naturali e alimentazione per AAM Terra Nuova www.ginecologiaomeopatica.it Da anni organizza con il gruppo Condividendo ( www.condividendo.it) la festa del Ben-Essere a Villa Montalvo (Campi Bisenzio, Firenze).

 

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