Dal Femminismo alla Femminilità Consapevole verso una società di equilibrio e rispetto

Il femminile, negli ultimi secoli depauperato del proprio potere e misconosciuto, si sta rifacendo valere anche nella sua sacralità, spesso però, in movimenti che ripropongono essenzialmente le dee denigrando a volte il maschile, eliminando gli dei e facendo lo stesso gioco, in senso contrario, che fu attuato col femminile.
Ma così non c’è equilibrio.
Deve esserci integrazione tra il maschile e il femminile all’esterno, così come e soprattutto dentro di noi.
Se c’è equilibrio c’è armonia, collaborazione, condivisione e completamento.
Io, donna, non prevalgo nel maschile, Io con esso mi completo come nello yin e yang!
Cerchiamo equilibrio non protagonismo.
Lavoriamo per guarire le nostre paure e insicurezze.
Quando siamo in equilibrio con le nature che vivono in noi non esiste guerra né pianto

Abbiamo voluto citare queste poche ma eloquenti righe, scritte dalla nostra amica Monica, perché riflettono quella che è un po’ la nostra percezione della rotta che sta prendendo la recente rivendicazione del potere femminile e della visione che, invece, abbiamo per una società realmente equa e paritaria.

L’importanza del Femminismo come spinta verso il cambiamento

Il movimento femminista, a partire dai suoi albori nel XVIII secolo, è stato indubbiamente fondamentale per dar voce a tutta quella fetta di universo (femminile) che, a partire dall’antichità e dall’avvento della società patriarcale, è stata soffocata, oppressa, abusata, perseguitata e, soprattutto, non considerata, almeno pubblicamente.

Il Femminismo è stato un seme potente e necessario a far fiorire con irruenza una nuova consapevolezza, per portare nel mondo una linfa nuova, fatta di equilibrio, di reciprocità, di parità di diritti e doveri, volta a scardinare vecchi schemi…

Da una parte siamo ancora lontani dall’equità di diritti, doveri e considerazione, soprattutto nell’ambito lavorativo e famigliare, dall’altra parte, invece, si è confuso il concetto di parità con quello di uguaglianza; come fossero due concetti interscambiabili, per non parlare delle lotte di potere tra il neofemminismo e l’universo maschile.

La percezione odierna, quindi è che al posto di un nuovo, reale, equilibrio, si sia venuta a creare una situazione opposta e molto confusionaria.

Donne e Uomini sono uguali?

Affermare che Donne e Uomini debbano essere uguali significa negare completamente le meravigliose unicità – fisiche, biologiche, psicologiche, emotive, sociali… –  che contraddistinguono entrambi i sessi e che solo con l’accettazione e la collaborazione possono fiorire nel loro pieno potenziale.

Invece sembra perpetrarsi ancora un senso di vittimismo e autocommiserazione che porta alla volontà di vendetta e prevaricazione, dove i ruoli a volte vengono invertiti così come vengono invertite le ferite che provocano; le vittime si trasformano in carnefici e le donne combattono il patriarcato con armi e atteggiamenti maschili, spesso snaturandosi, rifuggendo dalle energie tipicamente femminili per dimostrare di “essere all’altezza”.

Ma se noi donne per prime siamo convinte che per essere all’altezza dobbiamo mettere in atto atteggiamenti maschili, dove sta il rispetto del nostro femminile che pretendiamo dagli altri?

Le caratteristiche del Femminino consapevole

La Donna è indubbiamente diversa dall’Uomo e mentre l’uomo è per definizione lineare e costante, la donna è per natura ciclica.
Non solo perché sanguina più o meno una volta al mese, ma perché il suo ciclo mestruale scandisce tutto il suo equilibrio interno ed esterno: ormonale, fisiologico, energetico, psicologico, emotivo, creativo, sociale…

Pretendere da una donna costante linearità – come vorrebbe la società in cui ancora viviamo attualmente – nell’arco del suo ciclo mestruale è farle violenza su tutti i livelli.
Pretendere da noi stesse di essere sempre costanti e lineari nell’arco delle diverse fasi del nostro ciclo mestruale è farci violenza.

Eppure moltissime donne, in nome di una presunta rivendicazione di libertà femminile scelgono di annullare il loro ciclo mestruale, e quindi tutto il potenziale a esso legato, anche per moltissimi anni.
Chiaramente, qualsiasi scelta presa con la necessaria consapevolezza e i dovuti accorgimenti è sempre lecita e sacrosanta.
Il problema si presenta quando c’è scarsità di informazione da cui la donna dovrebbe attingere per poter compiere delle scelte autenticamente informate e consapevoli.
O meglio, la scarsa volontà di informare le donne, affinché siano realmente libere di compiere le proprie scelte con consapevolezza.

Ci ritroviamo così ad avere movimenti femministi che, in fondo, stanno facendo un “servizio al patriarcato” nella convinzione di combatterlo con i denti.

E, secondo la nostra esperienza di oltre 35 anni di lavoro con le donne e i loro cicli, che sia dopo pochi mesi o dopo vent’anni, TUTTE prima o poi iniziano a rendersi conto o a sperimentare la sofferenza fisica, psicologica o emotiva che porta l’annullamento dei loro cicli autentici.
Spesso è il corpo stesso, canale per eccellenza del collegamento tra la donna e i ritmi universali, a gridare: BASTA!

Quante volte la Donna compie un Atto d’Amore e lo ascolta? Quante altre volte questo grido viene ignorato?

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La nostra visione di una società equa ed equilibrata

Tanto sconosciuta quanto importante, come possibile chiave per risolvere il disagio della nostra epoca sarebbe una società che seguisse le impronte delle antiche società gilaniche in cui uomini e donne vivevano in equilibrio e amministravano il potere in condizioni di parità.

Quando pensiamo al paleolitico e al neolitico, ovvero al periodo che va tra il 7000 e il 1500 a.c. siamo portati a immaginare un brutto capellone con una clava che trascina una donna per i capelli nella caverna. Nulla di più sbagliato!
Secondo le ricerche storico-archeologiche di Riane Eisler e Marija Gimbutas ci troviamo, invece, in presenza di una società evoluta, creativa, equalitaria e profondamente fondata sul sacro femminino.
La civiltà era armoniosa: crescita economica e incremento demografico erano in perfetto equilibrio, frutto di un sistema educativo particolare che valorizzava separatamente il principio femminile e quello maschile.

La visione che noi abbiamo è di una società che tenda a queste caratteristiche in cui ogni individuo, di qualunque genere, venga valorizzato per le sue specifiche peculiarità.
Una società di pace e collaborazione in cui ogni ruolo detenga la propria importanza per l’incremento del benessere sia personale che collettivo.
Dove non venga promossa l’uguaglianza unidirezionale ma la parità e la valorizzazione delle specificità sessuali.



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