Curiosità: come il Rosa è diventato un colore femminile?

Che ti piaccia o meno, nell’imaginario collettivo, il colore rosa è associato al mondo femminile e il blu al maschile, in quella che è la più marcata distinzione di genere su base cromatica.

Sembra una scelta ovvia, visto che tutte (o quasi!) le bambine amano circondarsi di vestiti, accessori e bambole rosa!
Secondo voi è stato così da sempre?
La risposta è: assolutamente no!

Cosa mi insegnerà questo articolo:

  1. Quando è stato usato il rosa per la prima volta
  2. A cosa era associato il rosa in passato
  3. Quando il rosa è diventato un colore femminile

Articolo in breve

Il Rosa è comunemente associato all’universo femminile.
Ma è, questa, una connotazione recente che risale a una scelta di marketing degli anni ’50.
In passato, il rosa era usato indistintamente da uomini e donne, come sarebbe bello venisse fatto oggigiorno.

Rosa: il colore aristocratico

In realtà, questa associazione cromatica ha radici relativamente recenti che risalgono agli anni ’50.

In passato, il colore rosa, veniva usato indistintamente da tutti, uomini e donne e, anzi, era molto apprezzato negli uomini in quanto richiamava il colore rosso – colore che rappresentava virilità, vitalità e forza in combattimento – , in un accezione più mitigata.
Anche perché non esistevano coloranti sintetici che garantissero un colore acceso come quelli attuali.

Il primo colorante che donava un colore rosa pallido ai capi fu portato in Europa dai mercanti veneziani nel ‘400: si trattava di “legno rosso” proveniente dall’Asia e poi dal Brasile.
Come si può immaginare: il rosa non era un colore da donne, bensì “da ricchi”, indipendentemente dal sesso e, oltre al ceto sociale, distingueva le persone in base all’età. Solo adulti e ragazzi giovani portavano capi tinti.
Sarebbe stato folle, infatti, vestire con capi colorati i bambini – che vestivano solo di bianco – in quanto i capi bianchi erano più resistenti e facili da lavare e candeggiare.
La moda di vestire i bambini con vestiti colorati risale anch’essa agli ultimi decenni ed è una moda importata dagli Stati Uniti nel primo dopoguerra, quando i coloranti chimici diventarono più resistenti.

Ritratto del futuro Luigi XVI (1765, Maurice Quentin de la Tour)

Quando il Rosa è diventato un colore femminile?

Come abbiamo visto, in passato, il rosa era un colore unisex e spesso associato al maschile perché legato a forza e virilità.
Pensiamo solo al protagonista del leggendario romanzo “Il Grande Gatsby” che, a un pranzo, si presenta in un abito rosa, o alla iconica Pink Cadillac di Elvis Presley
, sex symbol dell’epoca per cui le donne si strappavano i capelli!


Ma allora come ha fatto – e quando – a diventare il colore delle femminucce?

In realtà è successo un pò per caso per scopi di marketing…
A partire dagli anni ’50 gli uomini avevano iniziato a vestirsi con colori più scuri e adatti al mondo degli affari e così, l’industria della moda, ha iniziato a proporre il rosa per le donne e il blu per gli uomini; ma a volta succedeva anche il contrario in base all’anno e alla moda del momento.

Finché nel 1959 uscì la prima Barbie!
Barbie siglò definitivamente il rosa come colore per bambine!
Uno dei suoi caratteri più distintivi è sicuramente il rosa shocking, presente su tutto, auto, vestiti ed accessori; colore talmente usato da meritare infine un suo Pantone di riferimento, il rosa 219C

Chi deve indossare cosa?

C’è chi il rosa lo ama, c’è chi lo odia, c’è chi apprezza alcune sfumature.
Chi ha fatto di questo colore simbolo di discriminazione sessuale e di genere. Chi lo trova indifferente e chi lo ha reso un capro espiatorio per la lotta femminista.

Noi vogliamo vederlo semplicemente per quello che è: un colore.
Sarebbe bella una realtà in cui ognuno, indipendentemente dal sesso, possa essere e sentirsi libero di esprimere la propria creatività con i colori che risuonano meglio alla propria interiorità.

Fonti:

  • unapennaspuntata.com
  • Wikipedia
  • Francis Scott Fitzgelard – “The Great Gatsby”

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