La cistite è un’infiammazione delle vie urinarie (il suffisso -ite indica appunto infiammazione, come per esempio la gastrite, la faringite, la tonsillite, ecc.) Si tratta di una patologia estremamente diffusa, tanto da essere seconda solo alle infezioni respiratorie (che comprendono i classici raffreddori e le forme influenzali invernali).
La cistite colpisce sia gli adulti, che i bambini e gli anziani. In età fertile i soggetti maggiormente colpiti sono le donne. Durante la prima infanzia e la terza età invece non ci sono grosse differenze epidemiologiche tra i due sessi. Infatti l’immaturità delle vie urinarie infantili e l’aumento di patologie prostatiche nell’anziano rendono la probabilità di sviluppare cistiti simile tra maschi e femmine.
Quali sono i sintomi e le cause della cistite?
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Cause infettive (batteri, virus o funghi). In questo caso siamo davanti ad un’infezione delle vie urinarie (IVU).
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Cause infiammatorie. Non sempre i batteri sono presenti; in questo caso si parla di cistite abatterica, cioè di un’infiammazione non provocata da microrganismi patogeni, ma da fattori che irritano le mucose delle vie urinarie:
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eccessiva acidità delle urine
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assunzione di cibi o bevande particolarmente irritanti
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presenza di ossalati e cristalli nelle urine (che graffiano le pareti della vescica e dell’uretra)
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ecc.
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Ci sono poi casi in cui la presenza (anche massiccia) di batteri nelle urine non è accompagnata da infiammazione. In questo caso NON si deve parlare di cistite, ma di batteriuria asintomatica, ovvero di presenza nelle urine di batteri innocui, non in grado di scatenare danni vescicali, non in grado quindi di scatenare sintomi e che pertanto non devono essere trattati se non in rari casi (trapianto di rene e gravidanza).
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Nell’ultima classe di cistiti rientrano tutte quelle patologie che erroneamente vengono classificate e curate come cistite, ma che, non essendolo, non guariscono con le terapie tradizionali. In questo caso la vescica non ha alcun problema e le urine sono perfette. Di quest’ultima categoria fanno parte la vestibolite vulvare, la contrattura della muscolatura pelvica, la neuropatia pelvica, la nevralgia del pudendo, il dolore pelvico cronico. Sembrerà incredibile, ma la maggior parte delle “cistiti” appartiene proprio a quest’ultima categoria. Purtroppo la mancata diagnosi di queste patologie (tanto frequenti, quanto misconosciute alla medicina classica) sottopone la donna a continue ed inutili terapie antibiotiche, a decine di visite mediche inconcludenti, alla degenerazione e alla cronicizzazione di un problema che se fosse riconosciuto subito si risolverebbe in brevissimo tempo.
Una zona colpita ripetutamente da infiammazione sviluppa nuove fibre nervose , deputate alla rilevazione delle sensazioni di dolore, caldo, freddo, acido. Di conseguenza anche un minimo stimolo viene amplificato e ciò che in una donna con vescica sana non farebbe male, in chi è affetto da cistite recidivante provoca dolore. Di conseguenza diventano irritanti elementi che normalmente non lo sarebbero: un cibo acido, un alimento ricco di ossalati, i prodotti di scarto eliminati dal rene, le bevande gasate, gli alcolici, il freddo, l’urina concentrata, una bassissima carica batterica, ecc. E’ per questo motivo che anche in assenza di batteri si possono avere gli stessi sintomi di una infezione delle vie urinarie.
I vasi sanguigni pressati non consentono di portare agli organi urinari e genitali sufficiente nutrimento ed ossigeno e ciò rende questi organi sofferenti, deboli e suscettibili agli attacchi batterici e chimici. Inoltre i vasi sanguigni hanno la funzione di raccogliere i prodotti di scarto locali per portarli ai filtri depurativi (come il fegato per esempio). Se schiacciati non riescono più ad assolvere alla funzione di spazzini e le sostanze tossiche si accumulano a valle dell’ostruzione peggiorando le condizioni dell’organo.
Qual’è l’approccio terapeutico migliore?
Sconfiggi i batteri cattivi con il D-mannosio
Il D-mannosio è uno zucchero semplice estratto dalla corteccia di alberi a legno duro (come il larice) che si lega alle zampe dei batteri mannosio sensibili (quasi tutti quelli che provocano infezione urinaria) impedendogli di attaccarsi alle pareti vescicali. Se non aderiscono ad essa, i batteri non possono scatenare infiammazione. Senza infiammazione non c’è danno vescicale, senza danno vescicale non ci sono sintomi. In questo caso la cistite si trasforma in batteriuria, in presenza di batteri innocui in vescica. Questi batteri, liberi e fluttuanti nelle urine, vengono facilmente eliminati col flusso urinario.
Il D-mannosio, che l’associazione cistite.info consiglia è il Puroman.
Dì addio alla cistite, per sempre
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Rilassare la muscolatura contratta. Lo si può fare assumendo farmaci sintetici miorilassanti e/o con approcci naturali: il magnesio, il calore (bagni caldi, terme, scaldini, mutande e pancerine di lana), gli esercizi di Kegel-reverse (come i Kegel, ma aumentando i tempi di rilassamento e diminuendo quelli di contrazione), i massaggi intravaginali (fatti con coni vaginali o previa supervisione di un professionista sanitario esperto in materia), lo Hata yoga, la respirazione diaframmatica.
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Utilizzare un lubrificante vaginale durante i rapporti per ridurre l’attrito e i microtraumi della mucosa. Molti dei prodotti in commercio però sono molto irritanti per i nostri tessuti delicati e compromessi. Ecco la lista dei lubrificanti consigliati.
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Regolarizzare l’eventuale funzionalità intestinale e riequilibrare la disbiosi con fermenti lattici, dieta ricca di fibre, abbondante idratazione, attività motoria quotidiana.
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Ripristinare la flora batterica vaginale applicando lattobacilli vaginali tramite tavolette, ovuli di lattobacilli o più semplicemente di yogurt intero naturale privo di zuccheri.
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Utilizzare i detergenti intimi solo per detergere la zona anale dopo la defecazione, preferendo la sola acqua per i genitali. Il detergente, anche il più delicato, altera il ph vaginale mettendo a rischio la sopravvivenza della flora batterica benefica. Inoltre il lavaggio asporta meccanicamente la poca flora rimanente e le importantissime secrezioni vaginali. L’asportazione di questi elementi manda al cervello il messaggio “non c’è abbastanza secrezione, devi produrne di più!”. Il corpo produrrà più secrezioni, che non essendo più naturali, ma indotte dallo stimolo del detergente e prive dell’azione benefica dei lattobacilli asportati, avranno un odore più marcato e sgradevole. Di conseguenza più ci si lava e più aumenterà il bisogno di farlo (Saugella, Lactacyd ed affini ringraziano!).
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Eliminare assorbenti tradizionali e salvaslip sostituendoli con assorbenti di cotone (lavabili o monouso) e/o coppetta mestruale (Mooncup). Gli assorbenti sintetici non lasciano traspirare la pelle, che macera favorendo la riproduzione dei microrganismi patogeni e diventando più debole. Come per i detergenti, gli assorbenti aumentano le perdite vaginali a causa della mancata traspirazione e ciò aumenta il bisogno di doverli usare, con grande soddisfazione della Lines.
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Eliminare indumenti intimi sintetici e colorati, perizoma, pantaloni stretti o con cavallo aderente perché lo sfregamento e lo schiacciamento irritano le mucose delicate.
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Eliminare le terapie ormonali estro-progestiniche (pillola, cerotto, spirale, anello, ecc) preferendo metodi naturali come il profilattico, il metodo sintotermico, le apparecchiature (Lady-Comp e Pearly). Gli ormoni sintetici alterano il normale ciclo mestruale modificando il ph vaginale, ostacolano la sopravvivenza dei lattobacilli, aumentano la secchezza vaginale, diminuiscono le secrezioni che contengono importanti sostanze antibatteriche naturali, incrementano le microlesioni coitali, favoriscono le infezioni da candida e da batteri fecali (solo per citare gli effetti dannosi relativi alle infezioni uro-genitali, ma questi non sono ne’ gli unici, ne’ i più gravi!)
Per maggiori informazioni:
- http://cistite.info/
- Cistite: La storia di Rosanna Piancone di cistite.info: “Come ho sconfitto la malattia!”
- Cistite: retroscena psicosomatico e genealogico – Intervista al Dott. Primitivo
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